Intervista a Rosario Izzo su "Sistemi e Impresa" ottobre 2011
Misurare. Un tema tanto caro alle organizzazioni
strutturate, costrette tutti i giorni a dar ragione dei loro risultati di business
davanti a vertici impazienti di commentare valanghe di numeri.
Un sistema che se fino a poco tempo fa era appannaggio di
una funzione critica come Amministrazione Finanza e Controllo, oggi è diventato un caposaldo anche per la funzione
Risorse Umane.
L’applicazione di criteri di misurazione della performance in
ambito HR si presenta come un metodo ancora in fase sperimentale. Possiamo
davvero fidarci senza riserve di un sistema che misura dalla finanza alle
risorse umane? La sua rigorosa base ingegneristica è davvero applicabile alle
persone?
“Noi disponiamo di un
sistema di Performance Management che ci aiuta a valutare una ad una le 180 persone che fanno parte della squadra”,
spiega Rosario Izzo, di responsabile Risorse Umane e Organizzazione del Gruppo Infocert,
società IT specializzato nei servizi di Certificazione Digitale e Gestione dei
documenti in modalità elettronica. “Il sistema che abbiamo architettato è nato
esclusivamente a uso interno. Non facciamo attività di consulenza che preveda
la misurazione delle performance presso i clienti, anche se siamo in grado di
implementare il nostro sistema presso altre aziende”.
I sistemi di misura delle performance si scontrano spesso
nella pratica con le modalità di misurazione. Esistono posizioni che sono più
facilmente misurabili perché descritte da Kpi oggettivabili, e posizioni più
difficili da valutare. Immaginiamo la funzione commerciale: in questi casi la
performance lavorativa è valutata in prima istanza da un numero magico, il
fatturato. Un indicatore facilmente rintracciabile.
Adottare un sistema di Performance Management capillare
all’interno della organizzazione è inoltre stimolo una potente leva per la
diffusione di una ‘cultura della misurazione’ che, nel Paese
dell’anti-meritocrazia per antonomasia (Italia), può rappresentare un primo
passo verso il ‘ritorno dei cervelli’.
Misurare le persone
Nelle organizzazioni spesso si incontrano situazioni di
partenza in cui non esistono molti elementi per misurare le performance. Anche
in questi casi occorre iniziare a strutturare un sistema partendo da quei pochi
elementi a disposizione, suggerisce il manager di Infocert.
“È anche vero – commenta Izzo – che bisogna conoscere bene
ciò che si va a misurare. Talvolta occorre ammettere che esistono contesti organizzativi
dove non ci sono gli strumenti per misurare. Oggi, per esempio, il tema della
performance è un argomento ancora ‘di frontiera’ per il mondo HR, ma grazie ad
alcuni pionieri comincia a farsi strada”.
Così, secondo Izzo, il tema della misurazione delle
performance declinato sulla funzione Sviluppo Risorse Umane sta diventando di
interesse comune. Il Performance Management si trasforma allora in uno
strumento aziendale potente, usato per ‘remare’ insieme nella stessa direzione,
per creare il tanto famigerato‘allineamento’. Ma non serve solo a questo. Negli
attuali sistemi retributivi la parte denominata ‘variabile’ assume sempre più
peso nella busta paga per middle e senior management. Si rende così necessario individuare indicatori
indispensabili per quantificare nel modo più oggettivo possibile la parte
variabile dello stipendio.
In questo contesto il tema del Performance Management si
intreccia con quello dello Sviluppo delle Competenze.
“È importante che le aziende investano su specifiche
competenze, perché il rischio è che si generino gap difficili da colmare. La
mappatura delle competenze diventa così un passaggio fondamentale per la
predisposizione di un sistema di misurazione delle performance” sostiene Izzo.
“Per una società come Infocert, che fonda il proprio business sulle competenze professionali, il legame tra competenze e
risultati è fondamentale. In questo caso un sistema di Performance Management è
uno strumento indispensabile per la valutazione”.
La mappatura delle competenze si rivela quindi fondamentale
per capire quali professionalità sono associate ai processi critici
dell’azienda. In questo modo è possibile disporre di uno ‘standard’ qualitativo
per allineare le performance di processo e, se sono state già mappate le
competenze, si avrà a disposizione un’unità di misura per rilevare un gap. A
partire dalle lacune di processo può iniziare così un percorso di sviluppo delle
Risorse Umane.
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