love your work
Pubblico l'abstract dell' intervento che terrò alla conferenza del 20 aprile 2015 a Bari organizzata dall'Università e dashumankapital.com
Amare il
proprio lavoro non è più soltanto l’aspirazione legittima di ogni lavoratore.
Far sì che i propri collaboratori amino il proprio lavoro è diventato anche
l’obiettivo che si stanno prefiggendo sempre più aziende. Non è passato tanto
tempo dalla “scoperta” delle relazioni umane nei luoghi di lavoro (Hawthorne
1927) per arrivare all’affermarsi di concetti quali l’importanza del clima
aziendale, della partecipazione e della motivazione dei lavoratori. Oggi siamo
entrati in una fase nuova, per certi versi estrema. Una fase in cui si arriva a
desiderare che i propri dipendenti “amino” il proprio lavoro. Non è un nuovo
“buonismo” o una “pia illusione”. Alle aziende “conviene” che i propri
collaboratori sviluppino un elevato senso di appartenenza ed identificazione e
coerentemente fanno investimenti per raggiungere l’obiettivo. Questo spiega
perché tanti casi di successo di gestione dello human capital possono essere
letti e interpretati utilizzando schemi inconsueti per le discipline puramente aziendali
ma più consoni ad altri sistemi sociali quali le organizzazioni no profit, i
partiti e le associazioni. I sistemi
gestionali cambiano necessariamente: le aziende selezionano e motivano persone
in grado di integrarsi, persone ambiziose che siano disposte a sposare gli
obiettivi aziendali e che si sviluppano insieme al proprio team da cui la
propria carriera non prescinde. Persone
di cui è diventato più rilevante quello che pensano rispetto a quello che sanno
fare.