Gli ultimi dati ISTAT continuano a fotografare la situazione
drammatica della disoccupazione giovanile. Una generazione di italiani è senza
lavoro ma soprattutto una generazione non ha l’opportunità di formarsi per
diventare lavoratori “maturi” e competenti. Di fatti tutte queste persone non
stanno avendo la possibilità di imparare “lavorando” in una fase cruciale della
loro vita lavorativa. La conseguenza drammatica sarà che, anche se a breve l’economia
ripartirà e si spera ricomincerà a creare lavoro, queste persone saranno “fuori”
da questa ripresa perché non in possesso delle competenze e delle esperienze “adatte”
per le organizzazioni.
La realtà è diventata grave anche per i laureati. In modo particolare
per le lauree umanistiche e legali. Così come per il mercato del lavoro in cui
è evidente che la riforma fornero purtroppo non ha avuto effetti anti-crisi
occupazionale, anche per le università occorre ripensare seriamente ad una
riforma che colleghi studi e sbocchi lavorativi. Mi piange il cuore doverlo
dire ma non possiamo più permetterci scelte di studio mosse soltanto da
motivazioni “vocazionali” e/o culturali. Tutti dovremmo spiegare ai ragazzi (e
in modo particolare i professori) che si accingono a fare le loro scelte di studio
che oggi purtroppo non c’è tempo di scelte di passione ma che bisogna
orientarsi verso “titoli” che siano in grado di dare una occupazione e che
mettano in grado di percepire un reddito.
Senza scomodare teorie macroeconomiche, possiamo renderci
conto tutti che il nostro sistema sociale si regge su un patto tra chi produce
reddito e chi lo ha in passato prodotto o che a breve lo produrrà. Questo patto
rende possibile i servizi pubblici, lo stato sociale, la scuola, la sanità e
tutto ciò che la società offre a ogni cittadino e a cui noi ci siamo abituati
come una realtà immutabile. Con una generazione che non è in grado, non per sue
responsabilità, di generare reddito il sistema rischia di deflagrare.
Sarò provocatorio ma forse è il caso di spiegare a chi si
appresta a fare delle scelte di studio o in genere professionale che diventare
generatori di reddito non è solo un diritto ma anche un dovere di cittadino.